venerdì 22 gennaio 2010

31 ottobre 1999: Jonah Lomu scatena la nèmesis degli Dei


Dicevano i Greci che gli Dei sono invidiosi della bellezza e del successo degli esseri umani. Agli uomini è vietato essere troppo belli, troppo potenti o troppo felici, è probito cioè avvicinarsi alla condizione che è propria degli Dei. E quindi li puniscono ferocemente (nèmesis) quando si illudono di essersi avvicinati a loro (ubris).
31 ottobre 1999, Twickenham, Londra. La semifinale di Coppa del Mondo è iniziata da 25 minuti quando Jonah Lomu segna alla Francia una delle mete più spettacolari ed emozionanti della storia del rugby. Quando è ormai vicino alla linea di meta, sono 6 i Francesi che gli si aggrappano per tentare di placcarlo. Inutilmente. Il campione tongano (e non maori...) schiaccia al di là della linea bianca. Questa meta, destinata a entrare nella leggenda e a restarci per sempre, sembra il prologo dell'ennesimo trionfo dei Tutti Neri. I bookmakers quotavano 1-20 la sconfitta degli All Blacks, che quattro mesi prima avevano travolto i Francesi 54-7. E invece è l'inizio di una delle vittorie più epiche del XV de France, che alla fine, dopo essersi trovato sotto 24-10 al 5° del secondo tempo, trionferà 43-31 con un incredibile parziale di 33 a 7. Va detto che la nemesis degli Dei del rugby pochi giorni dopo si abbatterà anche sulla Francia. I Transalpini, erroneamente convinti di essere diventati i signori del mondo (ubris...), perderanno nettamente (35-12) la finale con gli Australiani.
Se dunque c'è un essere umano che si è avvicinato agli Dei per forza, bellezza e successo, questo uomo è senza dubbio Jonah Lomu. 1.96 x 130 kg, l'ala degli All Blacks, con i quali ha totalizzato 63 caps e 185 punti, è considerata uno dei più forti giocatori di tutti i tempi. Sarà per questo che gli Dei non solo non gli hanno mai concesso la gioia di diventare campione del mondo, ma nel 2003, a soli 28 anni, quando la sua fama oscurava la celebrità dei campioni del calcio e dell'NBA, l'hanno costretto ad interrompere la carriera nel suo momento più fulgido e ad anni di sofferenze, vittima di una gravissima malattia ai reni che ha rischiato di lasciarlo per sempre invalido su una carrozzella. Oggi Lomu, 3 mogli e un'infanzia difficile nei sobborghi di Auckland, a 35 anni suonati, e con un rene in meno, è tornato a giocare, in una squadra di terza divisione del campionato francese vicino a Marsiglia.

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