giovedì 21 gennaio 2010

L'eleganza di Lomu


"Nei miei ricordi l'haka era una specie di danza un po' grottesca che i giocatori della squadra neozelandese fanno prima della partita. Tipo un'intimidazione da scimmioni. E nei miei ricordi, poi, il rugby era un gioco pesante, con dei tizi che si buttano di continuo nell'erba e si rialzano per cadere di nuovo e ributtarsi nella mischia tre passi più in là (...). Quando i giocatori neozelandesi hanno cominciato il loro haka, ho capito. Tra loro c'era un maori (Jonah Lomu ndr), alto e giovanissimo. Era stato lui ad attirare il mio sguardo fin da subito, all'inizio senz'altro per la sua altezza, ma poi per il suo modo di muoversi. Un movimento stranissimo, molto fluido, ma soprattutto molto concentrato, intendo concentrato su se stesso. (...) Nessuno raggiungeva la perfezione del grande giocatore maori. Quando ha segnato la prima meta neozelandese papà è rimasto come inebetito, a bocca aperta, tanto da dimenticarsi la birra. Visto che tifava per la Francia si sarebbe dovuto arrabbiare, e invece ha detto: "Che giocatore". (Muriel Barbery, "L'eleganza del riccio"). Nella foto, Jonah Lomu.

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