domenica 28 febbraio 2010

Roberto Saviano su "Invictus"


"La vittoria contro i rugbisti maori della Nuova Zelanda non è una vittoria sportiva, ma uno dei risultati politici internazionali più importanti del novecento" ("Clint, Mandela e l'epica del rugby", Repubblica 25 febbraio 2009)

venerdì 26 febbraio 2010

Non ho paura


"Out of the night
that covers me
I'm unafraid
I believe"

Questa sera "Invictus" in tutte le città italiane.

giovedì 25 febbraio 2010

Verso mezzogiorno


"Verso mezzogiorno, a sud-est, vedemmo un'isola alta e lunga".
Il 13 agosto 1642 l'olandese Abel Janszoon Tasman è il primo europeo a toccare le coste di Aotearoa. Nella foto Tasman Beach.

mercoledì 24 febbraio 2010

Kapa O Pango


Ta ringa whakarongo!
Kia rite! Kia rite! Kia mau! Hii!
Kapa o pango kia whakawhenua au i ahau!
Hi aue, hii!
Ko Aotearoa e ngunguru nei!
Hi au, au, aue ha, hii!
Ko kapa o pango e ngunguru nei!
Hi au, au, aue ha, hii!
I a ha ha!
Ka tu te ihiihi
Ka tu te wanawana
Ki runga ki te rangi e tu iho nei,
Tu iho nei, hii!
Ponga ra! Kapa o pango, aue hi!
Ponga ra! Kapa o pango, aue hi, ha!

martedì 23 febbraio 2010

Celebrazioni del Waitangi Day


Bambini maori festeggiano il Waitangi Day (6 febbraio) a Waitangi tuffandosi da un ponte (foto Zimbio).

lunedì 22 febbraio 2010

Haka contro l'Australia


Auckland 18 luglio 2009, Tri Nations, guida Piri Weepu, gli All Blacks vincono 22-16.

domenica 21 febbraio 2010

sabato 20 febbraio 2010

Mandela stringe la mano a Jonah Lomu


Il vero "Invictus", ovvero l'immediato prepartita della finale tra Springboks e All Blacks. Musica stile primi anni '90, una versione dell'inno sudafricano un po' troppo pomposa, la stretta di mano tra "Madiba" e Pienaar immortalata anche dal film di Clint Eastwood, ma soprattutto, al minuto 2 e 6 secondi del video, Mandela con la maglia degli Springboks che stringe la mano a un emozionatissimo Jonah Lomu! Poi i secondi finali e l'esultanza dei Sudafricani.
PS Le immagini sono un po' fuori quadro, ma pazienza, per momenti del genere ne vale la pena.

venerdì 19 febbraio 2010

Eaton fuori per motivi disciplinari


Jason Eaton, il 28enne terza linea degli All Blacks (qui con la fascia bianca sulla fronte dopo la vittoria contro l'Australia a Tokyo nel 2009) con i quali vanta 15 presenze, non giocherà il match di Super 14 contro i Western Force. Gli Hurricanes l'hanno messo fuori squadra per motivi disciplinari, senza specificazioni ulteriori. Possibile, ma non sicuro, il suo rientro in squadra per il match successivo. Eaton è alto 2,03 m per 107 kg.

giovedì 18 febbraio 2010

Sono al 55.213° posto


Dopo il primo turno, con i miei 31 punti sono 55.213imo (su 100.000 partecipanti) al "Rebel Sport Super 14", una specie di Fantarugby del Super 14, la Champions League del rugby alla quale partecipano le più forti squadre di club di Nuova Zelanda, Sud Africa e Australia. Domani c'è il secondo turno, in concomitanza con la seconda giornata del Super 14. Nella foto Zimbio, Ma'a Nonu con gli Hurricanes in un match dell'edizione 2009 del Super 14.

mercoledì 17 febbraio 2010

La mia vita


L'All Black Tamati Ellison (2 presenze, ha giocato a Milano contro l'Italia) ha aperto un blog e l'ha chiamato "La mia vita". L'ha inaugurato annunciando che sta per sposarsi e facendo un po' di considerazioni sul matrimonio.
Lo trovate a questo indirizzo:
mylifetamatiellison.blogspot.com.
Tamati gioca nel ruolo di centro negli Hurricanes, ha 26 anni, è alto 1,84m e pesa 95kg. Nella foto guida l'haka a Twickenham il 5 dicembre 2009 contro i Barbarians.

lunedì 15 febbraio 2010

Essere un All Black


"Quando ero piccolo guardavo l'haka in tv, poi andavo in camera mia, di fronte allo specchio, e la facevo lì. Quindi posso dire di aver fatto l'haka sin da piccolo. Diventare un All Black è stato un sogno diventato realtà" (Dan Carter, nella foto prima di All Blacks-Springboks a Auckland il 12 settembre scorso, in un' intervista a Skysport Italia)

domenica 14 febbraio 2010

O Siyeza


"O Siyeza, o siyeza , sizofika webaba noma
O siyeza, o siyeza, siyagudle lomhlaba
Siyawela lapheshaya lulezontaba ezimnyama
Lapha sobheka phansi konke ukhulupheka"
"Stiamo venendo,arriveremo presto/
abbandoniamo questa terra/
attraversiamo queste montagne nere/
dove lasceremo le nostre sofferenze"


1993, Johnny Clegg & Savuka scrivono "O Siyeza" in ricordo di "Dudu" Zulu Mntowaziwayo Ndlovu, ucciso a colpi di pistola all'età di 35 anni.

Sono il signore del mio destino


"Sono il signore del mio destino/
il capitano della mia anima"

("Invictus")
Gli Springboks Matfield, Botha e Burger fronteggiano la haka il 12 settembre 2009 ad Auckland (foto Zimbio).

sabato 13 febbraio 2010

Hamba Nahti


"Hamba nathi Mkhululi wethu,
hamba nathi Mkhululi wethu.
Mkhululi, Mkhululi, Mkhululi wethu,
Mkhululi, Mkhululi, Mkhululi wethu"
"Vieni con me e salvami"

La canzone tradizionale xhosa - un'invocazione mistico/religiosa- è nella colonna sonora di "Invictus". In questo video - lo spot per la birra sudafricana- anche Victor Matfield (con la salvietta in testa), Percival Montgomery, John Smit, Schalk Burger, Os Du Randt e altri Springboks campioni del mondo nel 2007.

venerdì 12 febbraio 2010

giovedì 11 febbraio 2010

"Non ho mai più rivisto la finale"


"Non ho mai più voluto rivedere in tv la finale, per non attenuare l’emozione di quel giorno»(Francois Pienaar, capitano degli Springboks).

mercoledì 10 febbraio 2010

Dò sempre retta all'istinto


«Dò sempre retta all’istinto, le storie e i film vengono prima di tutto da lì. Freeman mi ha inviato la sceneggiatura, era scritta molto bene e la storia ha colpito subito la mia immaginazione, ho pensato che era perfetta per lo schermo. Mi piaceva l’idea che Mandela, una persona che ho sempre ammirato, avesse pensato di unire un Paese sull’orlo della guerra civile, così diviso e così pieno di problemi, attraverso il rugby. E' stato un modo creativo di mettere insieme persone su posizioni opposte" (Clint Eastwood parla di "Invictus")

martedì 9 febbraio 2010

Corri, trenino, corri


"Shosholoza
Ku lezontaba,
Stimela siphum' eSouth Africa
Wen' uyabaleka
Wen' uyabaleka
Ku lezontaba
Stimela siphum' eSouth Africa"
"Vai avanti
su queste montagne
trenino del Sudafrica
corri lontano
tra queste montagne
trenino del Sudafrica"
".

"Shosholoza", la canzone dei minatori dello Zimbabwe che si recavano in treno nelle miniere sudafricane, nella bellissima versione di Overtone e Yollandi Nortjie della colonna sonora di "Invictus". La canzone, cantata sugli spalti degli stadi dai Sudafricani, divenne celebre in tutto il mondo durante i mondiali di rugby del 1995.

lunedì 8 febbraio 2010

Le mie scarpe da rugby



"Ho vissuto otto anni in Sudafrica negli anni oscuri dell'apartheid, quando era impensabile sperare che le cose potessero cambiare. Sono arrivato in Sudafrica nel 1963 quando ero ancora un adolescente, l'anno in cui Nelson Mandela fu arrestato a Rivonia e iniziò il primo dei suoi 27 anni di prigionia. Giocavo a rugby nella squadra studentesca del Liceo di Johannesburg. Amavo questo sport per la sua potenza, la sua velocità, il lavoro di squadra. Niente era più prezioso per me delle mie scarpe da rugby. Poi, nel 1971, sono stato espulso dal Sudafrica per aver partecipato alle proteste anti-apartheid all'Università di Johannesburg, dove ero stato prima studente e poi ricercatore. Ho abbandonato la mia famiglia, i miei amici e le mie scarpe da rugby, e un Paese affogato nell'oppressione. Le condizioni peggioravano continuamente, mentre il governo bianco Nazionalista schiacciava il movimento di liberazione nero, e solo pochi liberali bianchi si opponevano all'apartheid. Molti miei amici sono stati arrestati e hanno passato anni al confino prima di essere condannati all'esilio. Ecco perchè, guardando "Invictus", il film sugli sforzi di Nelson Mandela di unificare il Paese attraverso la sua squadra di rugby, gli Springboks, guardando i bianchi Springboks che vanno a insegnare il rugby negli slums di Soweto, guardando la squadra che vince il primo match, e poi canta "Nkosi Sikelele Africa" - l'inno nazionale del Sudafrica dopo l'abolizione dell'apartheid - prima della finale di Coppa del Mondo contro gli All Blacks che è il momento topico di questo film, ecco, per tutte queste ragioni io ho pianto. Ho pianto per la gioia, per l'incredulità, per la speranza, per la nostalgia di casa."Non puoi capire cosa significhi per me", ho detto a mio figlio quando siamo usciti dal cinema" (Andrew Rock, giornalista, oggi vive negli Stati Uniti). Nella foto sopra, Nelson Mandela e il capitano degli Springboks Francois Pienaar si stringono la mano dopo la finale dei Campionati del Mondo 1995 tra Sudafrica e All Blacks, e nella foto sotto Morgan Freeman e Francois Pienaar ripetono la stessa scena in "Invictus".

domenica 7 febbraio 2010

Waitangi Day


Maori e Pakeha ("Normali" e "Bianchi", ovvero nativi e bianchi di origine anglosassone-caucasica) celebrano il 5 e 6 febbraio in tutta Aoteaoroa il Waitangi Day, il giorno che commemora la sigla del Trattato di Waitangi che nel 1840 riconobbe reciproci diritti tra Maori (riconosciuti anche come membri dell'Impero Britannico) e Pakeha. Il Waitangi Day si può considerare la giornata della Riconcilazione, ed è festa nazionale dal 1973.

sabato 6 febbraio 2010

L'avatar di Ma'a Nonu


Ma'a Nonu festeggia il Carnevale (e la vittoria degli Hurricanes contro i Chiefs a Rotorua per 17-12) truccandosi da avatar. La foto è di Neyza3, il nickname su Twitter di Neemia Tialata.

venerdì 5 febbraio 2010

"Il giorno che ha cambiato la mia vita"


"Il 24 giugno 1995 è il giorno che ha cambiato la mia vita, il giorno in cui il Sudafrica ha vinto la sua prima Coppa del Mondo di rugby. Ero allo stadio con mio padre. Avevo 12 anni, prima di allora non mi interessavo di rugby, preferivo calcio e cricket. Vicino a noi c'era un tipico afrikaan, biondo, bianco, quando vincemmo diede un abbraccio enorme a mio padre. Capii quello che il rugby aveva fatto per il Sudafrica e da quel giorno mi dimenticai degli altri sport" (Brian Habana, tre quarti/centro degli Springboks campioni del mondo, in un' intervista a La Stampa. Nella foto durante un match dell'ultimo Tri-Nations mentre tenta di placcare Isaac Ross con l'aiuto di Mtawarira detto "The Beast")

Digressione europea: parte il Sei Nazioni

Parte il Sei Nazioni, pompatissimo dai canali Sky. Diciamo la verità: per quanto riguarda l'Italia, l'unico obiettivo realistico è evitare un altro cucchiaio di legno.

giovedì 4 febbraio 2010

Ecco gli uomini dai lunghi capelli


"Tenei te tangata puhuru huru
nana i tiki mai whakawhiti te ra"

"Ecco gli uomini dai lunghi capelli
che hanno catturato il sole
e lo fanno splendere ancora"

Tialata, Nonu e Weepu ieri all'aereoporto di Wellington attendono l'aereo per Rotorua, dove oggi affrontano i Chiefs nel primo importante match della stagione.

mercoledì 3 febbraio 2010

Il sole splende ancora


"Io muoio? Io muoio?
Io vivo, Io vivo!
Ecco l'uomo dai lunghi capelli
che ha catturato il sole
e lo fa splendere ancora
Vado in alto
ancora più in alto
Il sole splende ancora
"

lunedì 1 febbraio 2010

Vivere e morire da All Blacks


E' impossibile capire cosa significhi indossare la jersey nera degli All Blacks se non si conosce la storia di Bob Deans, All Black n°129 (come noto ogni All Black ha un numero, in base alla data di esordio nel team: agli inizi del 2010 siamo arrivati a 1.100 con Ben Smith). Robert George Deans - su www.oldboys.co.nz/honours.php la sua foto- nasce a Christchurch il 19 Febbraio 1884: è uno dei 9 figli di papà John e mamma Catherine. Il nonno era stato uno dei primi coloni dell'area di Canterbury, e aveva lasciato in eredità al figlio alcune proprietà terriere a Riccarton, Homebush e Waimarama. Agli All Blacks, che ancora non si chiamavano così, ma semplicemente Nuova Zelanda, Bob arriva a 20 anni, dopo essersi messo in mostra nella scuola del College, i Boys' di Christchurch (per intenderci, lo stesso liceo di Dan Carter) e nella selezione provinciale, quella di South Island. Nel 1905 viene convocato per la prima tourneè della storia al di fuori dei confini dell'Oceania, che porta la Nuova Zelanda a giocare 35 match in Gran Bretagna, Francia e Nord America. Nasce così la mitica formazione che sarà poi ricordata con il nickname di "The Originals". Mitica perchè per la prima volta viene utilizzato il nome All Blacks (ci tornerò sopra), perchè per la prima volta la Nuova Zelanda esegue all'estero l'haka, e perchè quella formazione vince 34 dei 35 incontri disputati. Non particolarmente alto (180 cm), il tre-quarti Bob era molto rispettato dai compagni. Era molto religioso, e osservava un'astinenza completa da alcool, tabacco e, ovviamente, in quel periodo di rigidi costumi vittoriani, sesso. La fama immortale di Bob Deans tuttavia è legata non alle 16 mete realizzate nel corso della tourneè, ma all'unica sconfitta rimediata in quel tour dalla Nuova Zelanda, a un episodio che da oltre 100 anni dà vita a una controversia sportiva ancora non risolta tra i due Paesi. Nel dicembre 1905 a Cardiff, davanti a 47.000 spettatori, i nostri stanno perdendo contro il Galles 3-0 ma, nei minuti finali, Bob Deans, dopo un passaggio di Billy Wallace, realizza la meta del pareggio, benchè un paio di Gallesi gli arrivino addosso mentre si getta oltre la linea bianca. L'arbitro, però, pur trovandosi a circa 30 metri di distanza, non converte la meta. Per giorni sui giornali britannici e neozelandesi non si parla d'altro, e interviene lo stesso Deans, con un telegramma al Daily Mail, a perorare con forza la validità di quella meta: "Grounded ball six inches over line. Some of Welsh players admit try. Hunter and Glasgow can confirm. Was pulled back by Welshmen before referee arrived" ovvero ""Ho messo la palla a terra 6 pollici al di là della linea. Alcuni giocatori Gallesi ammettono che è meta. Hunter e Glasgow possono confermarlo. Sono stato trascinato indietro dai Gallesi prima che l'arbitro arrivasse". Deans (nella foto tratta da ourwales.co.uk due dirigenti gallesi dello Swansea mostrano nel 1953 la maglia indossata da Beans nel match del 1905) torna in patria, dove viene accolto come un eroe, ma la sua giovane vita di splendido figlio di Aotearoa viene spezzata presto: muore di appendicite a Homebush (traduzione letterale "Cespuglio di casa") tre anni dopo, a soli 24 anni. Sul letto di morte, prima di spirare, Deans non raccomanda la propria anima a Dio ma, con le ultime forze che gli rimangono in corpo, si congeda dalla propria esistenza terrena dicendo: "It was a try, you know"..."Era meta, sapete".
Così visse e morì Bob Deans, All Black n°129.

L'Ultima Cena di Rodney


"Ho fede nel Signore, e ho sempre sognato, fin da bambino, di vedere L'Ultima Cena di Leonardo. Ora l'ho vista, mi sento completamente soggiogato". Rodney So'oialo di fronte a Santa Maria delle Grazie commenta la visita al capolavoro leonardesco il giorno prima di Italia-All Blacks a Milano. Benchè non avessero effettuato la prenotazione (servono mesi di anticipo), agli All Blacks (con So'oialo c'erano anche Tialata, Leonard, Muliaina, Kaino e Conrad Smith) è stato concessa la possibilità di accedere al Refettorio.
NB Nell'intervista So'oialo (qui a Santa Maria delle Grazie nella foto di Lawrence Smith) ha usato l'espressione "humbled" ("annichilito, soggiogato"), la stessa usata da Obama nel discorso di insediamento alla Casa Bianca: "My fellow citizens, I stand here today humbled by the task before us..."