lunedì 8 febbraio 2010

Le mie scarpe da rugby



"Ho vissuto otto anni in Sudafrica negli anni oscuri dell'apartheid, quando era impensabile sperare che le cose potessero cambiare. Sono arrivato in Sudafrica nel 1963 quando ero ancora un adolescente, l'anno in cui Nelson Mandela fu arrestato a Rivonia e iniziò il primo dei suoi 27 anni di prigionia. Giocavo a rugby nella squadra studentesca del Liceo di Johannesburg. Amavo questo sport per la sua potenza, la sua velocità, il lavoro di squadra. Niente era più prezioso per me delle mie scarpe da rugby. Poi, nel 1971, sono stato espulso dal Sudafrica per aver partecipato alle proteste anti-apartheid all'Università di Johannesburg, dove ero stato prima studente e poi ricercatore. Ho abbandonato la mia famiglia, i miei amici e le mie scarpe da rugby, e un Paese affogato nell'oppressione. Le condizioni peggioravano continuamente, mentre il governo bianco Nazionalista schiacciava il movimento di liberazione nero, e solo pochi liberali bianchi si opponevano all'apartheid. Molti miei amici sono stati arrestati e hanno passato anni al confino prima di essere condannati all'esilio. Ecco perchè, guardando "Invictus", il film sugli sforzi di Nelson Mandela di unificare il Paese attraverso la sua squadra di rugby, gli Springboks, guardando i bianchi Springboks che vanno a insegnare il rugby negli slums di Soweto, guardando la squadra che vince il primo match, e poi canta "Nkosi Sikelele Africa" - l'inno nazionale del Sudafrica dopo l'abolizione dell'apartheid - prima della finale di Coppa del Mondo contro gli All Blacks che è il momento topico di questo film, ecco, per tutte queste ragioni io ho pianto. Ho pianto per la gioia, per l'incredulità, per la speranza, per la nostalgia di casa."Non puoi capire cosa significhi per me", ho detto a mio figlio quando siamo usciti dal cinema" (Andrew Rock, giornalista, oggi vive negli Stati Uniti). Nella foto sopra, Nelson Mandela e il capitano degli Springboks Francois Pienaar si stringono la mano dopo la finale dei Campionati del Mondo 1995 tra Sudafrica e All Blacks, e nella foto sotto Morgan Freeman e Francois Pienaar ripetono la stessa scena in "Invictus".

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